martedì 14 maggio 2013

dalla passione all'azione

Non è stato facile rinunciare alle manie di grandezza, a quel modo di pretendere tutto e subito, considerando un diritto acquisito lo stato di grazia da parte della vita, subendo passivi e passionari. Osservare ospiti di se stessi, la propria quotidianità andarsene per i fatti suoi senza ben capire cosa si sta sbagliando. 

Per fortuna sono sempre stata abbastanza folle da considerare i sogni la possibilità più dignitosa e giusta per svolgere in modo sano la permanenza sulla terra, e d'altro canto l'unico grave gravissimo e imperdonabile peccato mortale: lo spreco della vita.
Dunque il salto nel vuoto, piena di fiducia, respirando a pieni polmoni il movimento meraviglioso dell'universo, lì dove non esiste tradimento ne ingiustizia dove tutto è perfetto e chi se ne frega se il mio piccolo cervello non ne comprende l'immensità. Avendo imparato la lezione ho cominciato dagli angoli, lavorando meticolosamente su di me, una bella fatica tanto più che erano tutte parti di me tralasciate apposta per quanto mi erano odiose, non ho più rimandato sapevo perfettamente di non potermelo permettere. Quando i tempi sono stati giusti, quando in pratica ero pronta, l'azienda per cui lavoravo mi ha messo in cassa integrazione, da quei giorni in poi tutto quello che è successo farebbe impallidire e vergognare qualunque sostenitore del caso! 
 Ovviamente sono stata molto aiutata dalle donne importanti della mia vita, esseri umani speciali, tu sei una di queste e Lu è l' altra, ora so che tante poesie su impavidi guerrieri con armi d'argento, il loro coraggio e le loro gesta, scritte tanto tempo fa parlavano di voi, o magari anche di noi. 

Detto questo direi che la svolta definitiva verso il Jonathan è arrivata la notte in cui ho deciso nella pancia nel cuore e nella mente (tutt' insieme) che quello che volevo veramente dalla vita era riuscire a dare serenità gioia e pace a tutti e tutto ciò che veniva in contatto con me (vedi che il mio lato megalomane è sempre lì), rendere possibile almeno in parte una così grande pretesa voleva dire mettere prima me stessa in quella condizione, la domanda fu immediata: cosa voglio fare da grande? la risposta un immagine: il mare.





lunedì 13 maggio 2013

l'inizio


Questo diario è scritto pensando a Nora, avrei potuto scriverle delle lettere ma lei vuole un diario sul blog e siccome la conosco bene, so che è meglio eseguire gli ordini, così con amore e ironia inizia la storia di questo viaggio 2013 attraverso il mediterraneo, partendo però da un po' più indietro.......

Credo tu sappia quanto mi dia sui nervi qualsiasi forma di controllo, quanto abbia sempre anelato a una vita 'libera' e quanto grande sia sempre stato il mio amore per il mare. In realtà nuotare sott' acqua era l'unico modo per sentire una qualche forma di appartenenza a un luogo, come se aver radici fosse per me possibile solo in questo elemento, oltre che negli occhi delle persone che amo.

Così quando negli anni '80 conobbi Andrea C. detto il capitano, (dovresti ricordarlo) che aveva passato la vita a scorazzare per mari e oceani su barche a vela, mi si illuminò finalmente la forma e da quel momento divenne un chiodo fisso, e oggi che la realtà è il sogno, mi ritrovo spesso a pensare a lui che sarebbe orgoglioso di me, se potesse, come lo sei tu.

C'è stata in realtà una situazione che ha chiuso un ciclo iniziandone uno nuovo quando la scorsa estate, il Jonathan ha incontrato Papango in mare e precisamente in una baia al nord della Sardegna.
Ti chiederai chi è Papango te lo spiego con un paio di foto, così capirai meglio la felicità e l'emozione di ritrovare un così caro amico dopo 24 anni (incredibile sia passato così tanto) scoprire l'amore comune per il mare e vedere sul suo viso tutta la strada percorsa da allora.

Resto curiosa più che spaventata a vedere la vita seguire il suo corso, riconoscere i segni del tempo sul corpo, le luci della mente farsi attente e acute, questo mi piace molto: non cambierei la donna 50enne che sono per quella 20enne che son stata, sono abbastanza convinta che sia così per tutti quelli che hanno vissuto senza sprecare i loro giorni.
Alla fine quando finalmente ho lasciato andare, affidandomi anche pronta a proseguire in solitudine, tutto si è sbloccato iniziando a scorrere come l'acqua come il Jonathan sull'acqua.